31 Gen Sant’Anna Boschi ed i castelletti
La collina di Castellamonte è costituita da un’ossatura di roccia compatta che si avanza dalla montagna verso la pianura, un’ossatura rocciosa che doveva costituire una scogliera allungata in mezzo al mare, giacché attorno ad essa vediamo svilupparsi le sabbie ghiaiose grossolane ricoperte da depositi ciottolosi ed argillosi (terra da mattoni), giallo-rossicci, fluviali del Quaternario.
Orbene detti terreni sabbioso-ghiaioso per la loro facile alterazione, per la poca loro coesione, poterono essere facilmente erosi, incisi, smembrati e ridotti a quello stato dedalico, di burroni irregolari e di gracili piramidi, continuamente in trasformazione, che possiamo osservare assai bene, nella collina di Sant’Anna Boschi.
E’ appunto in quest’ultima zona che si trovano i famosi “Castelletti o Castellacci”.
Recentemente i fenomeni meteorici sono tornati a disegnare il territorio con nuove fenditure più o meno profonde, fantasiose guglie e magiche torrette in continuo e veloce modificazione per l’effetto del dilavamento e dell’erozione delle acqua piovane.
Percorrendo la strada che unisce la zona dei castelletti al ponte romano sul torrente Piova ci si muove tra boschi di castagno. Se in estate questi vasti spiazzi ombreggiati offrono un fresco refrigerio all’afa e alla calura, in autunno è possibile andare in cerca di funghi e castagne nel sottobosco di foglie e di ricci.
La chiesetta parrocchiale di S. Anna, costruita sullo scorcio dell’800 su una preesistente cappella, ricorda oggi che parte essenziale di qualunque comunità, inscindibile sin dall’epoca medioevale da una società in formazione, la chiesa fu sempre il simbolo di una realtà di vita e di lavoro che in essa cercava la sua unione e la sua forza e ad essa affidava i suoi timori e le sue speranze.
Intorno alla chiesa, sin dai tempi antichissimi, ruota la vita di ogni nucleo sociale nascente e l’edificio sacro fu la prima casa innalzata dalla fede e dal lavoro dei contadini in ogni nuovo vllaggio.
Cartolina del 1936
L’anello della diga di Sant’Anna
Per chi amasse camminare tra i boschi e scoprire un’angolo della Valle Sacra ancora poco conosciuto consigliamo di provare questo sentiero che parte dal parcheggio del cimitero di San’Anna e si infila nei boschi da una strada sterrata alla sua sinistra. Dopo un centinaio di metri si lascia la strada per piegare a destra in un sentiero segnalato che scende ripido. Dopo pochi minuti si incontra un bivio. Continuando in quota a sinistra si prende il sentiero che porta fino al Mulino Piova. Continuando a scendere si arriva alla diga di Sant’Anna, costruita per alimentare la centrale idroelettrica che si può vedere dalla provinciale poco sotto località Chiria. Si attraversa la diga e ci si sposta a destra, sempre nel bosco. Si guadano alcuni torrentelli e in alcuni minuti ci si riporta su una strada sterrata che porta a Colleretto Castelnuovo. Quando si raggiunge la strada asfaltata, si svolta decisamente a destra e si ritorna, una volta superato il bellissimo ponte romano, alla frazione San’Anna.
Per chi arriva da lontano sarebbe veramente un peccato non dare uno sguardo ai castelletti e magari provare a fare visita al laboratorio ceramico di Giose Camerlo che si trova praticamente di fronte alla partenza del sentierino che porta all’area dei castelletti.